Al fine di compiere la scelta di un materasso antidecubito nel migliore dei modi occorre sottoporre ad un’attenta valutazione una serie di aspetti, sia nel caso si operi in una struttura ospedaliera sia qualora si agisca in ambito privato. Prima di ogni altra cosa si deve comprendere nel dettaglio la condizione di salute del paziente. Quindi è necessario conoscere le cause che l’hanno condotto all’immobilità e rilevare quanto sia elevato il rischio di lesioni. Qualora le ferite da pressione siano già emerse, invece, risulta opportuno identificare lo stadio di gravità. Inoltre serve pronosticare i tempi entro cui debba rimanere in una condizione di staticità. In secondo luogo, in base alle informazioni raccolte, si può scegliere il dispositivo che più si adatta ai bisogni del malato. I presidi antidecubito si considerano occorrenti nel cotesto di un programma di prevenzione o di un trattamento di carattere curativo.
Dopo aver acquistato un materasso antidecubito è importante conoscere le sensazioni del paziente, in merito al livello di confort e ad eventuali benefici o effetti collaterali. Inoltre si dovrebbe svolgere periodicamente un controllo del dispositivo, finalizzato a rilevare eventuali malfunzionamenti, che potrebbero comprometterne la sua azione terapeutica. Non va dimenticata infine la possibilità di compiere saltuariamente degli interventi sul paziente, allo scopo di correggere l’assunzione di posture poco consone e in grado di aggravare la sua condizione. Queste attività si considerano obbligatorie nell’ipotesi in cui le capacità motorie di un paziente siano pressoché ridotte al minimo. Quindi l’azione del supporto in casi del genere andrebbe supportata con degli interventi manuali, altrimenti risulterebbe non adeguatamente efficacie.
Le lesioni da decubito
La ferite da pressione si definiscono tecnicamente lesioni tissutali ad evoluzione necrotica. Che il più delle volte coinvolgono gli strati più superficiali dei tessuti cutanei. Ma nelle situazioni di maggiore gravità potrebbero estendersi e raggiungere addirittura la cartilagine, i muscoli e le ossa. Ancora non si è trovato un rimedio che possa dirsi definitivo nella cura di queste patologie, malgrado esitano una serie di procedure abbastanza efficaci, attraverso cui è possibile gestire il problema e non consentirgli di aggravarsi. In ragione di questo presupposto sarebbe ideale riuscire ad intervenire prima che le lesioni compaiano, in via del tutto precauzionale, quando si ravvisi che una persona si esponga a questo pericolo.
L’insorgenza di tali patologie dipende da diversi fattori. Si può comunque affermare che ogni situazione in grado di ridurre o compromettere le normali funzioni motorie di un individuo rappresenti una condizione di rischio. Il più delle volte l’emersione di una grave malattia oppure l’obbligo di trascorrere una lunga degenza, all’indomani di un delicato intervento chirurgico, sono considerabili degli eventi rischiosi. Che risulterebbero idonei ad esporre alle problematiche di cui si tratta. Spesso anche gli anziani si affacciano con molta facilità ad eventualità di questo tipo, in quanto sono sottoposti fisiologicamente ad un progressivo indebolimento organico e ad una debilitazione dei tessuti cutanei, nonché, in alcune circostanze, ad una considerevole riduzione delle normali facoltà di deambulazione.
I materassi antidecubito ad elementi intercambiabili
Questo genere di dispositivi si adattano ad intervenire in via precauzionale o in un percorso terapico, quando un paziente si trova in una condizione di rischio di lesioni non elevata, ma nemmeno minima, che si potrebbe definire intermedia. La struttura di questi materassi è costituita da una ventina di tubolari intercambiabili. Tramite l’attività di un compressore collegato al materasso questi elementi si gonfiano e si sgonfiano in maniera alternata. I tubi risultano posizionati in maniera trasversale rispetto al corpo del malato. L’aumento e la diminuzione di pressione coinvolge ogni singolo elemento, ma in maniera sfalsata, di modo che accanto ad un tubolare che si gonfia ne corrisponde uno adiacente che perde la densità. Di solito il ciclo dura circa sei minuti. L’azione di questi materassi è concepita per non offrire alle superfici d’appoggio del paziente una pressione costante, ma di mutarla in continuazione. Questo tipo di presidi sono fatti in pvc, un materiale plastico idoneo per la fabbricazione di dispositivi medici, in virtù della sua straordinaria resistenza.
La tipologia di supporti in esame si deve posizionare al di sopra di un materasso tradizionale. La loro stabilità è garantita da due lembi che sono posti all’estremità, in corrispondenza della testa e dei piedi, che gli permettono di rimanere fermo e di non provocare dei disagi. Prima che il paziente si distenda su di esso è necessario azionarlo e portare il compressore a pieno regime. Lo spessore del supporto può essere regolato, tramite una manopola posta sulla pompa, a seconda delle caratteristiche fisiche dell’utilizzatore. I materassi di questo genere si ritengono piuttosto semplici da attivare, tuttavia, si deve fare attenzione al posizionamento dei tubi, in quanto se si distendessero male potrebbero ostacolare il gonfiaggio. Anche la loro pulizia risulta agevole, visto che non occorrono particolari prodotti ma solo acqua e sapone. Si ricorda che il compressore deve essere sottoposto ad una manutenzione frequente e coinvolgerlo nelle fasi di pulizia, al fine di renderlo sempre efficiente. E’ necessario posizionarlo in un punto lontano da superfici od oggetti che potrebbero ostacolare il funzionamento della ventola. I materassi ad elementi intercambiabili, infine, non possono essere utilizzati da parte di coloro che hanno delle fratture.
I migliori materassi ad elementi intercambiabili
Tra i migliori prodotti appartenenti a questa tipologia se ne annoverano diversi. Che si distinguono per una notevole affidabilità nonché per risultare idonei ad intervenire in periodi di tempo prolungati. Di solito hanno una portata che si attesta intorno ai 140/150Kg mentre la struttura è fatta in pvc con degli elementi in nylon. Si rivolgono ad intervenire nei confronti di coloro che debbono svolgere un’attività di prevenzione o un trattamento per lesioni da decubito non oltre il secondo stadio. Gli elementi tubolari, sottoposti al ciclo alternato di rigonfiamento e sgonfiamento, sono all’incirca 130.
I materassi sono estremamente resistenti, in quanto riescono a non deformarsi neanche in condizioni di temperatura insolite. Per quanto riguarda i compressori sono di ultima generazione e riescono ad operare senza provocare dei rumori eccessivi. Inoltre sono provvisti di una struttura particolare, che li rende compatibili per integrare dei presidi più complessi come i letti ospedalieri.